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Orari SS. Messe

Recita S.Rosario:
ore 17.00 (feriale)
ore 16.15 (festivo)
Novena allo Spirito Santo: Domenica ore 8.00

Secondo una leggenda, dove oggi sorge il santuario esisteva un’edicola intitolata allo Spirito Santo, nella quale si trovava un masso incavato. Nell’incavatura era stata dipinta l’immagine dell’Eterno Padre con una colomba sul petto.

Durante la lotta iconoclasta questo dipinto fu sotterrato e se ne perse traccia per lungo tempo. Un giorno,  un contadino sordomuto, scavando un pozzo, lo ritrovò. Notò che da una lesione al sopracciglio della figura gocciolava sangue.

Meravigliato, corse verso il paese e lasciò di stucco gli abitanti iniziando a parlare. Questi si recarono sul luogo e, su decisione del parroco e delle autorità, si adoperarono per trasportare il masso in paese servendosi di buoi, ma gli animali non riuscirono a smuoverlo.

Nacque così l’idea di costruire un tempio direttamente in quel luogo.

Le prove storiche, invece, indicano l’esistenza di un’edicola con un dipinto del Cristo Pantocratore simile a quello di Cefalù, che fu rinvenuto nel 1985.

Successivamente venne costruita una chiesetta dedicata a Santa Caterina d’Alessandria e la precedente edicola divenne il catino absidale della chiesa.

Nel 1576 la piccola chiesa fu trasformata e intitolata allo Spirito Santo. Nel Settecento fu definita e, nell’Ottocento, fu arricchita della cappella laterale dedicata alla Madonna della Provvidenza. L’interno fu affrescato da Crispino Riggio e Tommaso Pollace.

Le leggende popolari intorno alla chiesa hanno contribuito a renderla un luogo di devozione e di pellegrinaggio. Ancora oggi si celebra una festa molto partecipata nel giorno successivo alla Pentecoste.

La chiesa dello Spirito Santo è un Santuario Giubilare.


Questa torre è detta “Saracena” per via della sua forma cilindrica. Tuttavia è probabile che si tratti di una torre medievale realizzata per il controllo del territorio.

Osservandola, notiamo un’unica apertura con arco  ogivale, da sempre ritenuta una finestra rivolta al castello; in effetti si tratta dell’unica via di accesso alla torre, che avveniva tramite una scala a pioli a tutela degli occupanti.

Le  merlature e gli  alloggiamenti delle travi di legno che sorreggono il solaio sono le prove della sua sua  funzione di difesa.

Si trova nei pressi del convento dei Cappuccini.


Verso la parte bassa del centro abitato si trova la Chiesa di Santa Maria di Gesù, col prospetto rivolto sul piazzale omonimo, di cui si ammira il portale sontuosamente decorato da bassorilievi e, portante sul fastigio, un altorilievo della Madonna coronata da due angeli.

Sulla chiave dell’arco alcuni numeri incisi fanno ipotizzare la data di realizzazione del portale (1655), di certo posteriore alla costruzione della chiesa che risale al XV secolo. L’interno è composto da una sola navata con due cappelle laterali.

La volta e le pareti presentano decorazioni semplici. L’altare maggiore, in legno, ospita una statua della Madonna con Bambino e un piccolo Crocifisso, ambedue opere del Quattrocchi.

Negli altari delle due cappelline: a destra c’è una statua lignea di San Vito, e a sinistra una di San Rocco, sempre del Quattrocchi.

Nella navata a destra, troviamo il capolavoro del Quattrocchi: “L’Annunciazione di Maria Vergine”. La Vergine genuflessa e l’Angelo sono scolpiti con incredibile finezza dei lineamenti e naturalezza dell’espressione e del colorito.

Nella chiesa ha sede l’Arciconfraternita di Maria SS. Annunziata, istituita nel 1797.


Orario SS. Messe

Feriali: 8.00 – 17.00
Sabato: 8.00
Domenica: 8.00 – 10.00 – 17.30

Il Convento dei Cappuccini e l’annessa Chiesa di Santa Maria degli Angeli sono stati edificati dal 1695 al 1710 e si trovano sopra la Via Nazionale. Formano insieme un unico e grandioso edificio quadrangolare composto, appunto, da quattro ali. La chiesa occupa quella a nord-ovest e ha una pianta di forma rettangolare, a due navate, coperte da volte a botte con lunette. Gli ornamenti principali sono splendide lavorazioni e intarsi in legno, impegnativa opera tutta di frati. Ma è la “Sacra Custodia”, posta sull’altare maggiore, a concentrare tutta la magnificenza del barocco.

Una girandola di colonnine tortili decorate con bassorilievi finissimi, piccole statue, rilievi angelici e altri ornamenti posti all’interno di un cono che si presenta interamente decorato da diversi ordini architettonici.

Nel mezzo del postergale in legno è posta una grandissima tela, dipinta da Frate Umile da Messina, datata 1644. Al di sopra di questa tela, ci sono altri tre quadretti, compresi nello stesso gioco di cornici: nel mezzo troviamo la figura dell’Eterno Padre.

Di particolare interesse è un piccolo ma pregevole museo di reliquie cappuccine, ricavato nella vecchia cripta della chiesa, al quale si accede dall’antico chiostro del convento.


La Chiesa della Vergine di Monte Carmelo, o del “Carmine”, si trova lungo la Via Vittorio Emanuele, sul piazzale omonimo, annessa all’antico convento carmelitano. Originariamente, sin dal XIV secolo, fu la cappella del Convento dei Carmelitani.

Nella seconda metà del Settecento fu restaurata a spese dei baroni Li Destri.

Il campanile con base quadrata è realizzato in pietra lavorata, con pinnacolo a piramide in mattonelle rosse, sicuramente realizzato durante un restauro.

All’interno troviamo una sola navata costituita da tre parti: nella prima comprendiamo il presbiterio, restaurato nell’Ottocento; nella seconda, tutta la navata, meno la cantoria, con decorazioni in bassorilievi a stucco; la terza parte comprende il vestibolo e, sopra, la cantoria, restaurati di recente, che dello stile del Settecento conservano solo un disegno floreale sulla volta.

Sull’altare maggiore, realizzato in marmo, si trova una statua lignea della Madonna con il Bambino.

La Chiesa è sede della Confraternita del Carmelo, istituita agli inizi del Novecento.


Orari messe

Feriali: ore 8.30
Domenica: ore 9.00 – 11.00

Costruita nella prima metà del Seicento sulla precedente struttura della chiesa di San Filippo, fu poi restaurata nell’Ottocento.

La facciata di prospetto è ornata da un portale. Sulla chiave dell’arco è incisa la data 1849. l ingresso laterale presenta un portale del XVII secolo.

il campanile con base a intaglio è sormontato da una guglia conica, rivestita da piastrelle a colori vivaci, con una croce in ferro alla sua sommità.

L’interno presenta un’unica navata con colonne laterali intermedie tra gli altari.

Sull’altare maggiore, sontuosamente decorato, si trova un grande crocifisso ligneo realizzato dal francescano Frate Umile da Petralia. Fa da sfondo un dipinto con le pie donne, di autore anonimo.

La chiesa conserva due statue del Quattrocchi: l’Angelo Custode (1812) e San Filippo Apostolo (1813), e il dipinto “Spasimo di Sicilia” di Giuseppe Salerno del 1612. La volta è stata affrescata da Salvatore Lo Caro nel 1810 .

Nella Chiesa del SS. Salvatore ha sede l’omonima confraternita, il cui stendardo è rosso e la cui divisa sono il sacco e il mantello bianco.


La Chiesa di Piedigrotta, costruita all’inizio del 1600, si affaccia sul piazzale omonimo.

All’interno è divisa in tre piccole navate. Sull’altare maggiore possiamo ammirare una tela ad olio rappresentante San Marco Evangelista. Non se ne conosce l’autore. Sulla porta della sacrestia troviamo un’altra tela rappresentante Santa Veronica, opera del pittore Salvo.

Sugli altari laterali, troviamo una scultura in legno della Madonna delle Grazie (di anonimo) e un dipinto del Salvo dal titolo “Abramo ed Isacco”.

La Chiesa è sede della Confraternita delle Anime Sante del Purgatorio, fondata da D. Giuseppe Tornabene, con approvazione del Vescovo di Cefalù nel 1853 e del Governo, in data antecedente, con decreto Reale del 1834.


Orari Apertura

Mar – Dom: ore 09.00 – 13.00 e 15.30 – 19.30

Contatti

Telefono: 0921/689907

Palazzo Sgadari è uno dei più bei palazzi antichi di Gangi. Edificato nell’Ottocento dall’omonima famiglia gangitana, oggi è di proprietà del Comune. Nel 1995, nel pian terreno è stato allestito il Museo Civico di Gangi, che custodisce importanti reperti archeologici trovati sul vicino monte Albuchia e a Gangi Vecchio.

Organizzato in quattro sale, il museo si divide in due settori: didattico e topografico. Il nome di Gangi compare da sempre nei testi archeologici perché connesso all’antica Engyon, la mitica città cretese citata da Diodoro Siculo in cui era radicato il culto delle Dee Madri.

Seppure nel centro urbano di Gangia non siano stati mai segnalati rinvenimenti archeologici, nel circondario del borgo c’è un grande e inesplorato patrimonio di testimonianze che legittima l’inserimento di Gangi nelle carte archeologiche e ha suscitato, negli ultimi anni, un sempre maggiore interesse da parte degli studiosi e delle istituzioni.

I rinvenimenti, dall’epoca arcaica all’età paleocristiana, portano alla luce reperti datati tra il VII ed il VI sec. a.C.

Gli altri due piani di Palazzo Sgadari ospitano: al primo la Pinacoteca Gianbecchina, che dal 2001 conserva le opere donate al Comune di Gangi dal grande pittore siciliano, noto per il “Ciclo del Pane”; e al secondo il Museo delle armi, anche questo nato in seguito ad una donazione del maestro Giuseppe Franco al Comune di Gangi nel 2007.


È una delle chiese più antiche di Gangi.

Si trova nella parte alta del centro abitato, in Via del Castello, e si affaccia sull’omonima piazzetta.

I pilastri intagliati sono disposti in modo da formare un disegno armonico con un doppio cornicione. Il portale è superbamente ornato di colonne e pilastri con bassorilievi.

La chiave dell’arco porta l’incisione “1647”, anno in cui fu completato il portale.

All’’interno scopriamo una navata con una cappellina laterale in fondo, a sinistra, mentre a destra si trova la sagrestia.

I dipinti della volta sono del palermitano De Caro.

Di grande pregio sono i gruppi statuari della Madonna della Catena sull’altare maggiore, opera attribuita al Quattrocchi senza documentazione certa. Della statua della Madonna del Rosario con S. Domenico, invece, ci pervengono le prove che sia stata realizzata dal Quattrocchi. La statua in marmo della Madonna della Catena, risalente al XV/XVI secolo, è di presunta scuola gaginiana.

La Chiesa è sede della confraternita del Rosario, istituita nel 1583. Inoltre, nel 1621 qui venne fondata una seconda Confraternita, quella della Madonna della Catena. Dopo qualche tempo fu aggregata alla Confraternita del Rosario, ma ognuna mantenne le proprie insegne: cappa bianca e mantello nero per quella del Rosario, catena mozzata violacea per la Catena.


La Chiesa ed il Collegio di Maria, seppure con due ingressi separati, sono compresi in un unico edificio. Entrambi sono ancora attivi.

Questo grande edificio richiama lo stile del Settecento nei portali, in alcune cornici, nelle particolari forme ad ansa ricurva delle inferriate.

Sulla parete laterale, notiamo un rosone in pietra del Cinquecento e quindi realizzato in un periodo precedente alla costruzione del Collegio, che nacque nella seconda metà del Cinquecento con le suore del Terzo Ordine. La Chiesa è dedicata ai SS. Cosma e Damiano, raffigurati in una tela ad olio, posta in un altare laterale, datata e firmata “Giov. Nizzolo 1865″.



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