Da pochi giorni, l’importante lavoro di restauro promosso e finanziato dall’amministrazione comunale, ha finalmente restituito ai cittadini del borgo lo splendido Calvario di Gangi, un’opera costruita nel 1861 in prossimità della chiesa di Santa Maria di Gesù per volere dei gesuiti che qui si riunivano ogni 7 anni per i loro esercizi spirituali.
Al di là delle mura di cinta (dove sono presenti delle nicchie arricchite da quadri in terracotta che raccontano la vita e la passione di Cristo), si diramano due grandi viali alberati, che conducono a una meravigliosa edicola votiva.
Una piccola gemma dell’architettura ecclesiastica incastonata nel verde delle Madonie, che ha rivelato anche un’inaspettata sorpresa. Il restauro ha infatti riportato alla luce un antico dipinto nascosto dietro una lastra di ardesia che raffigura il calvario di Gesù e risale al 1600.
Molto sentite durante la cerimonia di inaugurazione, le parole del sindaco Giuseppe Ferrarello, che ha tenuto a ringraziare la Curia di Cefalù, il parroco Don Saverio Martina, la confraternita di Santa Maria, l’impresa di restauro Alaimo e Gulino e tutti gli uffici e gli artigiani che hanno permesso di rivalutare in tempi da record questo stupendo esempio dell’arte madonita.